Di fatto l' elezione americana decide le sorti del mondo.
Da italiano e da europeo devo "tifare" per il
candidato che reputo migliore non per gli States, ma per il nostro stato e la
nostra unione.
Se dovesse vincere Hillary continueremo pressoché sullo
stessa linea tracciata da Obama.
Dunque controllo degli affari europei verrebbe demandato
completamente all'alleato più forte e più "legato" agli USA, la Germania. Avremo un' Europa
ancora e forse più germano-centrica, con tutto quello che ne deriva, cioè
austerità e politiche economiche scritte da Berlino.
La politica estera di Obama è stata costellata da proxy war
e attacchi economici a vari paesi con lo scopo di raggiungere la
destabilizzazione e distruzione del potere centrale degli Stati non allineati e/o legati
alla Russia-Cina. Questo è avvenuto in
Siria, Libia, Egitto, Ucraina e Yemen, dove sono state innescate proteste e le opposizioni
armate o “democratiche” sono state sovvenzionate economicamente dal Governo
Obama. Tale modello sarà riproposto e finanziato in paesi come Brasile (già
sta succedendo), Egitto e Venezuela (situazione
già al collasso.
Per quanto riguarda la Siria , Hillary è stata chiara già
nei dibattiti: " Dovremo fermare Assad, aiutare i ribelli e bloccare la
Russia". La situazione a dir poco esplosiva.
L'attuazione di piani di destabilizzazione in Iran avrebbe
conseguenze inimmaginabili, ma essendo la stessa una nazione non allineata e anti-americana è sicuramente presente
sulla lista “nera” della Clinton.
Se vincesse Hillary, le sanzioni alla Russia rimarrebbero,
causando un danno economico all'Italia dell' ordine di 10 miliardi all' anno,
una piccola finanziaria.
Per di più il “muro
contro muro” che sta avvenendo tra Russia e USA si aggraverebbe di parecchio
con conseguenze inimmaginabili, ma sicuramente nefaste almeno dal punto di vista
economico.
Obama negli ultimi mesi ha rafforzato la sua posizione contro
la Cina per far fronte alle rivendicazioni cinesi nel Mar dei Coralli e nel Mar
Cinese, facendo gli interessi degli alleati giapponesi e sud-coreani, mentre per
la "questione Filippine", ne vedremo delle belle. La signora Clinton
continuerà su questa linea, arrivando probabilmente ad uno scontro istituzionale
con il colosso asiatico.
Trump ha dichiarato di fatto di tendere a una politica
isolazionista, anti-atlantista, pro stabilità nel medio-oriente, anti-cinese
(mettendo dazi sulle loro merci), distensiva nei confronti della Russia e anti-TTIP.
Certo rimane il punto interrogativo, se manterrà quanto detto
una volta eletto.
Anche perché peggio del continuare il sentiero intrapreso dal duo Clinton-Obama solo la
Terzo Guerra Mondiale, non è detto che quel sentiero non porti proprio lì.
Terzo Guerra Mondiale, non è detto che quel sentiero non porti proprio lì.
di Giacomo Gioacchini
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