"Che ti frega del voto in America?"

Sfortunatamente, mi deve e ci deve  interessare molto. Perché quando si vota negli USA,  si decide in maniera più o meno diretta il futuro del mondo per i prossimi quattro o più spesso otto anni. 
Di fatto l' elezione americana decide le sorti del mondo.

Da italiano e da europeo devo "tifare" per il candidato che reputo migliore non per gli States, ma per il nostro stato e la nostra unione.
Se dovesse vincere Hillary continueremo pressoché sullo stessa linea tracciata da Obama.

Dunque controllo degli affari europei verrebbe demandato completamente all'alleato più forte e più "legato" agli USA,  la Germania. Avremo un' Europa ancora e forse più germano-centrica, con tutto quello che ne deriva, cioè austerità e politiche economiche scritte da Berlino.

La politica estera di Obama è stata costellata da proxy war e attacchi economici a vari paesi con lo scopo di raggiungere la destabilizzazione e distruzione del potere centrale degli Stati non allineati e/o legati alla Russia-Cina. Questo è avvenuto  in Siria, Libia, Egitto, Ucraina e Yemen, dove sono state innescate proteste e le opposizioni armate o “democratiche” sono state sovvenzionate economicamente dal Governo Obama. Tale modello sarà riproposto e finanziato in paesi come Brasile (già sta succedendo), Egitto e Venezuela (situazione  già al collasso.

Per quanto riguarda la Siria , Hillary è stata chiara già nei dibattiti: " Dovremo fermare Assad, aiutare i ribelli e bloccare la Russia". La situazione a dir poco esplosiva.

L'attuazione di piani di destabilizzazione in Iran avrebbe conseguenze inimmaginabili, ma essendo la stessa una nazione  non allineata e anti-americana è sicuramente presente sulla lista “nera” della Clinton.

Se vincesse Hillary, le sanzioni alla Russia rimarrebbero, causando un danno economico all'Italia dell' ordine di 10 miliardi all' anno, una piccola finanziaria.
 Per di più il “muro contro muro” che sta avvenendo tra Russia e USA si aggraverebbe di parecchio con conseguenze inimmaginabili, ma sicuramente nefaste almeno dal punto di vista economico.

Obama negli ultimi mesi ha rafforzato la sua posizione contro la Cina per far fronte alle rivendicazioni cinesi nel Mar dei Coralli e nel Mar Cinese, facendo gli interessi degli alleati giapponesi e sud-coreani, mentre per la "questione Filippine", ne vedremo delle belle. La signora Clinton continuerà su questa linea, arrivando probabilmente ad uno scontro istituzionale con il colosso asiatico.

Trump ha dichiarato di fatto di tendere a una politica isolazionista, anti-atlantista, pro stabilità nel medio-oriente, anti-cinese (mettendo dazi sulle loro merci), distensiva nei confronti della Russia e anti-TTIP.

Certo rimane il punto interrogativo, se manterrà quanto detto una volta eletto.
Anche perché peggio del continuare il sentiero intrapreso dal duo Clinton-Obama solo la
Terzo Guerra Mondiale, non è detto che quel sentiero non porti proprio lì.

di Giacomo Gioacchini

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