FRANÇOIS FILLON

E così, in una domenica di fine Novembre, la destra liberale s'è destata dal suo torpore grazie alla vittoria di François Fillon nelle primarie dei neogollisti francesi. Quindi, d'ora in poi, per studiare un modello di puro conservatorismo liberale non dovremo più osservare cosa accade al di là dell'Atlantico: basterà semplicemente volgere lo sguardo oltralpe. Del resto, in un contesto globale dove l'ascesa del sovranismo - da leggersi come mescita di interventismo statale e autarchia economica - sembra inarrestabile dà un certo sollievo sapere che in Francia - ovvero il paese dal quale il lepenismo si è irradiato in tutta Europa ancor prima che divenisse un modello vincente in patria - in Francia, dicevo, François Fillon trionfa nelle primarie del centrodestra. Se qualcuno, esagerando, si è inoltrato in parallelismi poco calzanti tra Trump e Reagan allora è più che mai doveroso porre l'accento sulle similitudini che intercorrono tra l'attuale caso francese e la destra americana dei bei tempi che furono. Perché sentire Fillon dire di voler: "destatizzare lo stato" equivale ad ammettere che ci si vuole proporre come eredi di una tradizione politicio-culturale ben precisa. E fosse finita qui. Tant'è che se a questo aggiungiamo i precetti liberisti che vanno ad impreziosire una chiara visione dell'economia e perfino una volontà ferrea di preservare e valorizzare nuovamente l'identità comunitaria, allora forse nulla è perduto. Lo dico anche, se non soprattutto, per la destra mondiale - quella per intenderci figlia dell'unione del pro-life con il pro-market - che sta subendo un mutamento dettato più dalla paura dell'altro - anche in termini commerciali - che dall'accettazione delle sfide insite nel mercato mondiale. Si, sono proprio notevoli le analogie con la destra statunitense. A partire dal nome del contenitore partitico dove si è svolta la competizione: Le Republicains. Una formazione che ha preso il posto dell'UMP e che è figlia di un processo fusionista tra le varie sensibilità del conservatorismo francese. E poi le primarie appunto. Al momento l'unico strumento atto non solo a selezionare la classe dirigente di una data fazione politica ma anche per coagulare una comunità attorno ad un nucleo valoriale, per rendere partecipe un popolo nelle scelte strategiche e progettuali e per praticare la democrazia a partire dalla propria "casa" politica. Insomma, magari mi sbaglio, ma tra l'epoca di Reagan e quello della nuova destra francese pare scorgere un...Fillon comune.
di Luca Proietti Scorsoni

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