Il quarto Presidente del Consiglio dei Ministri non eletto, Paolo Gentiloni, ha presentato la squadra di 18 Ministri, che lo affiancheranno nella sua avventura a Palazzo Chigi.
In questi ultimi anni i processi di "riciclaggio" non hanno impegnato soltanto le aziende di smaltimento dei rifiuti o le associazioni criminali (per ben altre finalità), ma anche il Governo della nostra povera Repubblica.
Infatti, le dimissioni di Renzi non hanno certamente trascinato con sé i renziani, anzi. Sembra una tipica barzelletta toscana, ma il premier dimissionario si è fatto sostituire da un suo burattino, che, nel discorso dopo il primo incontro con il Presidente Mattarella, ha esposto il "compitino" conferitogli da Renzi.
Il burattino Paolo nomina come suoi ministri gli uomini di Matteo Renzi.
Il "poltronaro" Angelino Alfano fugge fisicamente dal Viminale e si rifugia alla Farnesina, occupando il ruolo di Ministro degli Esteri. Alfano si è esposto, ha perso e viene premiato con uno dei ministeri più importanti, bah?!?!
Il Ministero degli Interni viene occupato da Marco Minniti, Senatore del Partito Democratico ex-Ds e uomo da sempre in linea con le posizioni di Massimo D'Alema, con cui ha condiviso una lunga storia politica. La siciliana DOC, Anna Finocchiaro ottiene il Ministero dei Rapporti con il Parlamento. L'incarico di Ministro dell'Istruzione alla Giannini non viene rinnovato e viene sostituita dal "cespuglio rosso" del Senato, l'On. Valeria Fedeli. Ricorderete tutti la signora Fedeli che tenta di gestire il Senato per il suo ruolo di Vice-Presidente dell'aula, sfoggiando una capigliatura degna di nota e sicuramente non adatta al ruolo da lei assunto. Claudio De Vincenti da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio passa al ruolo di Ministro della Coesione Territoriale e del Mezzogiorno. Ad abbandonare la Segreteria della Presidenza del Consiglio è anche Luca Lotti che ottiene il ruolo di Ministro allo Sport, mentre rimane e sostituisce De Vincenti e Lotti la "renziana di ferro", Maria Elena Boschi. Sono 12 su 18 i ministri confermati nello stesso incarico: Padoan all'Economia, Orlando alla Giustizia, Pinotti alla Difesa, Calenda allo Sviluppo Economico, Delrio alle Infrastrutture, Poletti al Lavoro, Lorenzin alla Salute, Franceschini ai Beni culturali, Martina alle Politiche Agricole, Galletti all'Ambiente, Madia alla Pubblica Amministrazione, Costa ai Rapporti con le Regioni.
A rimanere a "bocca asciutta" è Denis Verdini, Ala - Scelta Civica, che minaccia di non votare la fiducia se non verrà adeguata la rappresentanza.
Cosa dire?!?!
Nulla. C'è solo tanta amarezza per aver ancora una volta preso in giro il popolo sovrano. Giuseppe Tomasi di Lampedusa nella celebre opera il Gattopardo scrisse la frase che meglio rappresenta la "faccia tosta" dei politici italiani:
"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi"
di U.G.
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