IL GIORNO DOPO

Matteo Renzi quest'oggi magari si farà un giro sotto la Loggia dei Lanzi per dissipare qualche brutto pensiero e consolarsi con tutta quella bellezza. E a tal proposito, il fatto che un fiorentino cresciuto tra l'armonia ed il sublime abbia partorito una così brutta riforma per intaccare una ancor più brutta Costituzione lascia alquanto sconcertati. Però, ecco: detto questo ora tocca a noi attivare il motore delle riforme. Ed il carburante deve essere una miscela di fantasia, eresia e senso pratico. Di seguito qualche spunto:
Il nuovo parlamento non potrà continuare a produrre leggi anche se in maniera più celere ma viceversa dovrà cassare il maggior numero di norme a partire dalla loro epifania;
Nel nuovo dettato è giusto che vi sia il limite alla spesa pubblica annuale: solo così avremo una riduzione della pressione tributaria senza generare ulteriore deficit;
La prima parte - quella dei principi - dovrà somigliare al paniere dell'Istat con alcuni feticci da eliminare e dei sacrosanti ideali da inserire. Tra questi magari anche il minimo vitale. Una prerogativa liberale che può soddisfare perfino esigenze, diciamo così, di stampo socialista. E per non far dire che la Costituzione è solo di una parte.‎
Mi fermo qui. In conclusione: che i Cobas festeggino la mancata approvazione della riforma cantando in piazza "Bella ciao" può starci. Anzi: era scontato considerato il loro elevato tasso di reazionismo a prescindere. Erano prevedibili pure gli osanna dei grillini. Del resto gli ortotteri sguazzano laddove si paventano rigurgiti di entropia sociale. Della goduria della sinistra radicale non mi inoltro considerando la loro atavica inclinazione a tutelare tutto quel che profuma di socialismo reale. Però sentirsi dar lezioni da gente che fino all'altro giorno lodava Renzi e ora si pavoneggia da nume tutelare della Costituzione non mi va giù. A tutti i liberali, quelli veri, ricordo quel che diceva un "certo" Thomas Jefferson: "La strada dei vivi non può essere tracciata dalla mano dei morti". Ad alcuni può sembrar strano ma questa massima vale anche per il nostro Paese.‎

di Luca Proietti Scorsoni

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