L’uomo odiato e osteggiato dai media mondiali conquista la
copertina del Time e il titolo di “Person of the Year”. Donald Trump è l’imprenditore
che vince in politica in quanto anti-establishment, che sa stare con uomini di
alto spessore, ma soprattutto anche con gli operai, abbandonati dalle amministrazione
precedenti. Donald Trump è espressione della concretezza, che si oppone alla
fugacità dei fatti che ha caratterizzato gli otto anni di Obama, riassunti
dalla definizione “fumo negli occhi”.
Anche io, pur avendolo previsto con
almeno due mesi di anticipo la vittoria anomala dei Repubblicani USA, mi sono
chiesto come fossa possibile una vittoria del tycoon newyorkese?
Sembra, il mio, un disco rotto in quanto lo ripeto da mesi,
i popoli si stanno ribellando alle élite e a tutti coloro che celano dietro al
moderatismo la volontà di livellamento della borghesia e della classe operaia
verso il basso. Trump, per gli americani, ha rappresentato il simbolo della
rivolta contro il sistema, cioè idealmente il paladino capace di afferrare la
bandiera a stelle e strisce e di guidare il popolo verso la “riscossa”.
di U.G.
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