Da un lato il poliziotto ventenne che impugnando la pistola
si trasforma, a suo modo di vedere, in un giustiziere, dall'altro un
attentatore ancora non identificato e attualmente in fuga, dopo aver travolto
un mercato natalizio, provoca la morte di un numero non definito di persone. L’uomo
si fa giudice e si arroga il diritto di decidere sulla vita o sulla morte dei
suoi pari nel nome della difesa di un sedicente califfato o dell’innalzamento
di una religione sulle altre.
Ci saranno fiori e pianisti improvvisati, gessi colorati in
terra e candele accese, biglietti e grandi silenzi, ma tutti si ritireranno nel
dolore e nella paura perché ancora una volta l’Occidente è stato colpito dall'odio
viscerale del fanatismo.
La quotidianità già frenetica si riempie di angoscia, timore
e pregiudizio. Il cosmopolitismo, il mondialismo e il multiculturalismo hanno
fallito, la società è nel più profondo caos.
Un uomo impugna un arma è di fronte alle telecamere crivella
di colpi l’ambasciatore russo ad Ankara e urla a volto scoperto “Aleppo è
vendicata. Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui”, provocando il terrore in sala.
Il volto giovane del ragazzo che avrà probabilmente la mia stessa età, esprime
un ghigno di compiacimento per il folle gesto compiuto, si agita, si muove e
semina il panico. Ha colpito alle spalle l’ambasciatore, come i vigliacchi,
direbbero i veri soldati o rivoluzionari. L’uomo, dopo il primo colpo, accenna
una smorfia sul viso, si susseguono altri spari, uno dopo l’altro, sembra che
il rumore aumenti con l’incedere dei secondi. Il corpo gravoso e martoriato dai
colpi cade in terra. Il giovane in completo scuro esulta, si fa ritrarre al
fianco del corpo giacente a terra del dignitario straniero.
È quanto mai lecito
chiedersi perché? Perché un ragazzo con tutta la vita di fronte a sé deve
compiere un simile atto?
Interrogarsi? Pensare? Cercare risposte? È tutto tempo
perso. La sensibilità dell’Europa è stata turbata, calpestata dall'odio
viscerale verso la cultura, la civiltà e la tradizione del vecchio Continente.
di U.G.
Commenti
Posta un commento