È o non è? Un paradosso italico

È una domanda che mi pongo da troppo tempo, ma Giorgio Napolitano è o non è il Presidente della Repubblica in carica?
Formalmente la carica spetta al quieto e impaludato, Sergio Mattarella, erede di Giorgio Napolitano, che da comunista ha ben scelto, come suo successore, un uomo mite e accomodante di profonda matrice democristiana.
Forse volendo sembrare il vecchio saggio, Napolitano interviene a “gamba tesa” contro tutti coloro che reclamano elezioni e in particolare il monito risulta come un chiaro avvertimento allo scalpitante Matteo Renzi.
Napolitano ha detto che alle elezioni si va solo alla scadenza delle legislatura, tirando metaforicamente le orecchie all’ex Sindaco di Firenze, che invece freme per ritornare al più presto a Palazzo Chigi.
Infatti, l’ex Presidente della Repubblica ha dichiarato: “Nei paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale a noi manca ancora un anno. In Italia c’è stato un abuso del ricorso alle elezioni anticipate. Bisognerebbe andare a votare o alla scadenza naturale della legislatura o quando mancano le condizioni per continuare ad andare avanti. Per togliere la fiducia ad un Governo deve accadere qualcosa. Non si fa certo per il calcolo tattico di qualcuno…”
Naturalmente alle risposte chiare di Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno ribattuto gli esponenti allo stesso tempo del politicamente corretto e delle maggiori cariche dello Stato, che hanno espresso la loro “solidarietà” nei confronti del Senatore a vita, Napolitano.
Napolitano è responsabile del Golpe contro il Governo Berlusconi, voluto da Angela Merkel, per facilitare l’insediamento del Professor Mario Monti, commissario inviato dalla massoneria mondiale. Sono seguite le elezioni fino a giungere ad un Governo Letta, frutto di un compromesso tra Berlusconi e il Partito Democratico. Il Premier Letta, inviso a Napolitano, in quanto troppo vicino al Cavaliere per motivi personali è stato sostituito in un batter d’occhio da Renzi. Poi il 4 dicembre scorso, il popolo si espresso e ha bocciato la Riforma costituzionale Boschi, il Governo Renzi e quindi l’operato politico di Giorgio Napolitano.
Oggi Napolitano sostiene il Governo Gentiloni, che può vantare una vita da comunista pentito e folgorato sulla “via di Damasco” fino a subire un processo di “democristianizzazione”.
Napolitano ancora insiste a metter bocca per decidere il destino del popolo italiano, che si è ampiamente espresso nei suoi confronti. Non c’è peggior sordo, di chi non vuol sentire.

di U.G.

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