Io non la metterei nemmeno sulla geografia o sulle origini etniche. Di vecchi cori da stadio non voglio neppure sentir parlare: paccottiglia aneddotica per edulcorare intenti politicamente ben chiari. Di certo c'è l'uso ben calibrato di termini adatti per marchiare indelebilmente il proprio avversario. Perché una volta che a Salvini assegni l'epiteto di populista poi è gioco facile comportarsi da tale e passare per una sorta di passionario. Ora, non credo serva ancora citare Voltaire, abbracciare il buon senso e rifarsi al galateo ma visto che, fino a prova contraria, il diritto di parola è assodato dal nostro dettato costituzionale, allora si prendano gli esagitati partenopei e il loro Masaniello e, se non proprio inculcargli un corso accelerato e intensivo di educazione civica, vengano almeno riportati a più miti consigli di convivenza civile. Che poi, detto con franchezza, questi pseudo difensori della dignità territoriale non mi pare siano così solerti quando il pudore impone di silenziare i boss della camorra, ai quali invece si fa addirittura un bell'inchino durante processioni che hanno molto di sacro ma poco di cattolico. E a tal proposito, giusto per ribadire la pretestuosità di certi discorsi, questi Centri Sociali sono gli stessi che impedirono a Benedetto XVI di parlare all'Università ritenendo quest'ultima un simulacro della laicità. Il fatto poi che la loro disumana ignoranza gli impedisca di concepire il cristianesimo come fonte sorgiva della distinzione tra Cesare e Dio è l'ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che i comunisti di una volta almeno era gente seria: se non altro citavano Marx, di sicuro non perdevano tempo nel seguire il vuoto spinto di un De Magistris.
di Luca Proietti Scorsoni
Commenti
Posta un commento