NAZIONE FUTURA

Tra le varie figure retoriche alle quali attingere per celebrare l'evento odierno, reputo l'enfasi quella più idonea, se non altro per il luogo dove si è manifestata l'epifania del nuovo think thank: una terrazza protesa sulla storia millenaria di Roma. E così, con quel tanto di pathos che basta, posso dirlo senza remore: oggi il fusionismo s'è fatto carne.‎ O meglio: ha preso forma grazie ad una pluralità di sguardi anelanti lo stesso orizzonte. Una visione unica che abbraccia sensibilità assai differenti e dai nomi familiari per chi da anni è uso frequentare certe latitudini di pensiero: liberali, conservatori, comunitari, radicali, identitari, liberisti ed ancora molti altri. Qui di moderati ce ne sono ben pochi, maggiore, e per fortuna, è la presenza di eretici e scapestrati del pensiero anticonformista. Nazione Futura poi suona bene, mi rimanda ad un'astronave madre al cui interno vengono custoditi i campioni più pregiati di specie viventi e pensanti. Un laboratorio di elaborazione intellettuale. Esatto: elaborAzione. Perché tale realtà dovrà svolgere il ruolo di incubatrice di idee e, allo stesso tempo, attivarsi affinché quest'ultime possano attecchire nel tessuto sociale, economico e partitico del nostro Paese. Per concludere, quando un uditorio disseminato di personalità importanti del mondo culturale liberal-conservatore - Torriero, Malgieri, de Turris e Veneziani tra gli altri - si presta attentamente all'ascolto di giovani coraggiosi, e impazienti nel contribuire a modellare un percorso di rinascita, allora qualcosa dal dolce retrogusto si va compiendo. Ed è a partire da questa convinzione che si solidifica la mia speranza in un futuro radioso per quella cosa che ci fa battere i cuori e nel contempo eleva il nostro spirito. Se siete arrivati a leggere fino a questo punto avrete capito a chi mi riferisco. Altrimenti basta risalire di qualche riga.

di Luca Proietti Scorsoni

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