Noi lo diciamo da vent'anni. Vent'anni che parliamo di garantismo e del fatto che è solo la sentenza passata in giudicato a porre l'eventuale discrimine tra l'innocenza e la colpevolezza. Vent'anni che parliamo della separazione delle carriere e di una imparzialità dei giudici che non solo deve essere sostanziale ma perfino formale. Vent'anni che parliamo della carcerazione preventiva e dei suoi abusi e di un sistema carcerario che forse è rimasto il più grande cruccio incompiuto che Pannella s'è portato nella tomba. Vent'anni che parliamo dell'eccessiva durata dei processi e di una magistratura che non si attiene alle prove ma ha la pretesa di dimostrare dei teoremi. Vent'anni che parliamo di tutta 'sta roba. E dopo vent'anni è come se nessuno dei nostri avesse fiatato. Ad oggi il tema è nell'agenda di coloro che fino a ieri ci dileggiavano ed ora ci impartiscono lezioni, nemmeno fossero tanti piccoli Beccaria. E allora viene da chiedersi: ne abbiamo parlato per vent'anni, è vero, ma a chi ci siamo rivolti? Il timore che il nostro sia stato un mesto soliloquio giuridico, una narrazione sterile, una voce figlia di un figlio di un dio minore ha un qualche fondamento. La trama era corretta ma questa è stata fatta dipanare su fogli repellenti all'inchiostro e diffusa in ambienti afoni. E quindi la colpa è anche nostra. Anche se ne abbiamo parlato per vent'anni. Venti lunghi anni.
Redazione
Commenti
Posta un commento