Chi mi conosce lo sa: appartengo da sempre alla destra liberale e, non da oggi, ho espresso critiche aspre nei confronti dell'attuale amministrazione che governa Terni. Tale atteggiamento scaturisce da una convinzione politicamente robusta oltre che da un'evidenza ontologica smaccata: l'intero tessuto cittadino si sta pian piano sfilacciando, mostrando così delle smagliature sociali e culturali talmente ampie che in futuro sarà praticamente impossibile aggiustare con una semplice opera di rammendo. Ebbene, detto ciò voglio precisare che l'accaduto di ieri non cambia di una virgola la mia posizione. Me lo impedisce il garantismo connesso in maniera indelebile alla mia identità politica. Per quanto ne dica Travaglio il sottoscritto considera un indagato come un innocente fino a prova contraria. Dico di più: la mia posizione di oppositore alla sinistra locale mi consente di augurare ai soggetti messi sotto indagine di poter dimostrare la loro estraneità ai fatti. Anche se, in un sistema davvero civile, dovrebbe essere lo Stato ad accertare eventualmente il contrario. E in tempi rapidi e certi. Lo esigo da residente ternano e in quanto cittadino italiano. Punto. Che poi in questa fetta di Umbria la sovrapposizione della mappa politica con quella economica negli anni abbia costantemente evidenziato una perfetta coincidenza tra il rosso del PCI-PDS-DS-PD con quello delle varie COOP è un dato di fatto politico e morale ormai stagionato, ma ovviamente non per questo meno preoccupante. Del resto se Terni è in preda alla crisi che conosciamo ciò è dovuto anche alla totale assenza di quella che noi liberali chiamiamo moralità del mercato. Ovvero la possibilità da parte dei singoli individui di poter scegliere e farsi scegliere in termini di beni e servizi erogati. Beni e servizi che tra l'altro, in un contesto di natura concorrenziale, sono di gran lunga preferibili, oltre che economicamente più vantaggiosi, rispetto ad un sistema dove a gestirli è il solo monopolio. Ebbene si, in conclusione posso sostenerlo: la libertà di scelta come precondizione della dignità umana. A Terni tutto questo non c'è mai stato ed ora ancor meno. Nella conca vi è una divisione netta tra chi ogni giorno rischia in proprio, cerca di cogliere i gusti dei consumatori, viene braccato da un fisco vessatorio e prova nel suo piccolo ad innovare e quelli che vivono sulle spalle degli altri e che esistono nella misura in cui viene dilatata la spesa pubblica, assorbendo così la produzione di ricchezza altrui. E magari quest'ultima categoria è la stessa che ora, mentre sto scrivendo, si diletta a praticare un becero giustizialismo di ritorno, invocando la gogna come nemmeno i giacobini francesi di fine '700. Ecco, fatemelo dire: io sono diverso. E questo è anche uno dei motivi per i quali milito in Forza Italia.
di Luca Proietti Scorsoni
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