IL CENTRODESTRA E LA COSA BLU

In attesa dei ballottaggi, ma comunque già corroborato dai risultati lusinghieri ottenuti alle amministrative di domenica scorsa, credo il Centrodestra debba iniziare ad elaborare il proprio domani. Ebbene, a tal proposito ho personalmente trovato molto pertinente l'osservazione confezionata, con la solita acutezza d'analisi, da Lorenzo Castellani. Il suo di fatto è una sorta di sillogismo aristotelico. Provo a condensare: il Centrodestra ha complessivamente ottenuto un buon risultato, tuttavia all'interno di quest'area è emersa una duplice tendenza: da un lato il declino delle forme partitiche mentre dall'altro vi è stata una evoluzione del civismo. Ergo, alle prossime politiche proponiamo, accanto ai tradizionali movimenti, un listone civico di Centrodestra composto esclusivamente da volti nuovi. Essenzialmente un ragionamento deduttivo seppur connotato da evidenti tratti empirici in quanto capace di proiettare su scala nazionale le concrete propensioni elettorali sorte nei molteplici ambiti territoriali. Lo dico subito: conoscendo i tempi di "adattamento" e di "riassestamento" operanti a queste latitudini politiche non sarà semplice rendere tangibile una visione di tal fatta. Tuttavia reputo che l'idea non solo meriti apprezzamento, ma anche un ulteriore approfondimento in grado di chiarire le peculiarità di questo nuovo ed ipotetico soggetto elettorale. Anzi, proviamo subito a dargli un nome: Per l'Italia o forse, meglio ancora, la Cosa Blu. E dunque: volti nuovi si diceva, e ci sta. Ma questi dovranno dar voce ad una sostanza ideale e progettuale nuova sebbene fortemente radicata su basi valoriali solide e antiche. Per farla breve: la Cosa Blu potrebbe fungere da laboratorio di un fusionismo italiano all'interno del quale le varie suggestioni politiche e culturali liberal-conservatrici possono trovare ampi spazi di convergenza programmatica. Un luogo dove avviare una lenta ma costante sedimentazione di istanze, valori, auspici per ottenere così un composito identitario denso e durevole. Certo, per realizzare quanto appena detto bisognerebbe partire da subito. Magari mettendo attorno ad un tavolo i papabili che andranno a riempire tale lista e facendoli interloquire su tematiche che finora per la nostra area si sono rivelate, in maniera inspiegabile, dei veri e propri tabù. Tipo il buono scuola e cioè la libertà di scelta educativa, oppure la promozione di un welfare society che possa, perché no?, prendere spunto perfino dalla filosofia sociale del conservatorismo compassionevole sorta attorno agli anni '60 grazie ai neocon statunitensi. Ed ancora: la questione legata all'abolizione del valore legale del titolo di studio, una politica seria sulle liberalizzazioni che sia davvero in grado di scardinare un sistema economico e commerciale fin qui troppo ingessato, dei modelli di liberismo da applicare alla solidarietà sociale. Insomma, si potrebbe realizzare una mappa concettuale davvero ampia. Tutto sta nella volontà di avviare questo disegno di rinascita. Però si: l'idea è bella, senza dubbio.

di Luca Proietti Scorsoni

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