Il tempo delle rivolte e delle
rivoluzioni spontanee è finito da un pezzo, sempre che sia mai iniziato, eppure
c’è ancora chi continua a raccontare la favoletta del popolo contro il tiranno.
La cosa fantastica è che c’è ancora chi continua a cadere nel tranello, come
tutti quelli che credono che in Venezuela si stia combattendo una guerra civile
per i diritti umani. Poveri stolti.
In Venezuela è in atto l’ennesimo
golpe petrolifero attuato dagli Stati Uniti, ma la stampa occidentale continua
a propinarci l’eroica e romantica immagine del cittadino qualunque contro
l’oppressore. Lungi da chi scrive dipingere Chavez ed il suo successore Maduro
come dei santi, eppure da quando sono diventati il nuovo obiettivo nel mirino
del fucile atlantista, si sono guadagnati una buona dose di simpatia.
Poiché è inutile cercare di
capire il presente senza conoscere il passato, è giusto ricordare alcuni eventi
chiave degli ultimi anni. Dopo la morte di Chavez avvenuta il 5 marzo 2013,
Maduro viene confermato presidente nonostante le contestazioni delle
opposizioni che denunciavano brogli elettorali. Nel 2015, a causa della
devastante crisi economica che investe il paese da più di un anno, gli anti-chavisti conquistano il parlamento alle
elezioni e quindi, dopo un periodo di stallo politico e di continue
manifestazioni contro il governo, Maduro convoca un’assemblea costituente per
andare ad integrare la costituzione scritta da Chavez nel ’99.
Nonostante Maduro abbia teso una
mano alle opposizioni, aveva parlato addirittura di un “cammino di pace”, i liberali venezuelani capeggiati da Henrique
Capriles non si sono fatti tentare ed hanno deciso di non partecipare all’agone
elettorale che avrebbe eletto i membri dell’assemblea costituente. Non
soddisfatti della strategia, gli oppositori hanno invitato i loro sostenitori
all’astensione e al sabotaggio. Da quel momento sono nati i guarimberos, manifestanti “pacifici”
che, al fine di buttar giù il governo, scorrazzano armati per i quartieri di
Caracas cercando chavisti da linciare o da bruciare vivi. Il risultato di
questa sordida strategia è sotto gli occhi di tutti: più di centoventi persone
hanno perso la vita, e il numero è destinato ad aumentare. Oltre alle vittime delle piazze, causate per
lo più da manifestanti armati e non addestrati, è bene ricordare che diversi
sostenitori del governo sono stati uccisi dai guarimberos. Eppure, nonostante tutto, coloro che mettono a
repentaglio la democrazia sono i sostenitori di Maduro.
Il giochino è semplice ed ha
funzionato benissimo in passato: creare disordini e scontri violenti così da
indurre la popolazione a supportare i rivoluzionari che promettono di riportare
l’ordine. Un ordine che sarà subordinato al volere degli Stati Uniti e che
porterà il Venezuela nella schiera dei paesi allineati. Un Venezuela finalmente
capace, come sogna ogni cittadino venezuelano democratico, di contribuire al
fabbisogno petrolifero dell’occidente.
In nome della democrazia e dei
diritti umani, date fuoco a Maduro!
di Lorenzo "Mutto" Stella
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