Chincaglieria per gonzi

Orologi con il Duce dipinto nel quadrante, anelli con inciso il fascio littorio, magliette a maniche corte con la frase “Molti nemici, molto onore” e tutti quegli oggettini messi al bando dalle nuove risoluzioni per contrastare il fascismo sono pura e semplice chincaglieria. E tutti coloro che acquistano questa roba sono dei gonzi.

Ne comprendo ancora l’acquisto da parte del ragazzetto esaltato che deve dimostrare la propria ferma e inattaccabile fede, posso tollerare ancor di più chi compra per regalare certe cose agli amici fascisti, a volte anche per scherzo. Non riesco proprio a tollerare e a giustificare chi, con una buona dose di anni sulle spalle, acquista questi evocativi gadget made in china dal gusto decisamente dubbio e dalla pessima qualità. Essere di destra, o essere fascisti – evito in questa sede un lunghissimo approfondimento su cosa vuol dire essere di destra o fascisti e se abbia ancora senso – vuole anche dire possedere una certa cifra stilistica, una certa moralità, un certo gusto e una capacità di ragionamento. Acquistare, e sfoggiare, certi oggetti è un atteggiamento indubbiamente contrastante con questo modo di vivere. Non conto più le volte in cui ho provato personalmente pena e vergogna per alcuni camerati che mi mostravano fieri la propria maglietta del Duce: erano la dimostrazione vivente di quanta rozzezza e grossolana incomprensione dello stile fascista vi sia al mondo. Tanta è l’inadeguatezza che provo affianco a certi individui che, quasi quasi, sono contento che certe cose vengano messe al bando; sempre che il gusto per il vietato non ne aumenti il giro d’affari, ma a quanto pare il governo crede che questo discorso funzioni solo per le droghe leggere.

Tutto ciò però non vuol dire che la legge Fiano, e tutte le conseguenze della stessa, non siano l’esatta definizione dello specchietto per allodole. In un paese in cui vi è una disoccupazione, in particolare quella giovanile, così elevata, senza contare il lavoro in nero o i lavori sottopagati, il governo si preoccupa per qualche gadget dal gusto retrò o nostalgico. Come se chi acquistasse quella chincaglieria fosse in grado, domattina, di dare nuova linfa alla rivoluzione fascista o di mettere in atto un colpo di stato. La questione è ancora più preoccupante in prospettiva: si inizia con la messa al bando di oggettini vari, si prosegue con la demolizione delle opere e della cultura fascista e si finisce con l’eliminazione della pensione e dei diritti sociali, quei pochissimi rimasti.

Come disse Pasolini a Moravia nel ’73: "Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un'arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso. Spingere le masse a combattere un nemico inesistente mentre il consumismo moderno striscia, si insinua e logora la società già moribonda".

di Lorenzo "Mutto" Stella

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