DALLA BANCA ROSSA AL ROSSO DELLA BANCA

Ma si, intendiamoci: può essere che la Banca d'Italia abbia commesso delle leggerezze durante la sua attività di controllo del sistema creditizio. Però, ecco, in quest'ultimo caso il pulpito dal quale proviene il rimbrotto rimanda a quel passo evangelico narrante pagliuzze e travi conficcati nei bulbi oculari. Ergo, certi moralisti privi di morale non si possono proprio ascoltare. Perché il fatto, per chi ancora non l'avesse capito, è più o meno questo: il PD - inteso però in tutto il suo vissuto storico dapprima comunista e poi in qualità di "cosa non ben identificata" - ha gestito banche poi destinate, per altro, ad una ingloriosa fine, macchiata pure da qualche lato (molto) oscuro - vedasi il caso, tra i tanti, di David Rossi - e se non era nella stanza dei bottoni il "partito" ha fatto di tutto per entrarci, tanto da far dire ad un suo uomo apicale: "allora, abbiamo una banca!?". E non menziono dirigenti irresponsabili magari divenuti tali anche in virtù di prole governativa, chissà. Certo è che vedere il segretario democratico rivolgere il suo jaccuse contro Palazzo Koch ricorda tanto quei presidenti che, dopo l'ennesima e meritata sconfitta della loro squadra, addossano la colpa esclusivamente all'arbitro poiché, nell'arco di un'intera partita, magari non ha fischiato qualche fuorigioco.

di Luca Proietti Scorsoni

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