Giorgia Meloni in questi giorni si sta esponendo nel manifestare la sua contrarietà al referendum consultivo per l'autonomia di Veneto e Lombardia.
Senza entrare nel merito né delle ragioni del referendum né delle motivazioni di pensiero politico che hanno portato la leader di Fratelli d'Italia a protendere per questa decisione, proverò a spiegare il motivo puramente politico che per me sta dietro questa posizione osteggiata da molti.
Fratelli D'Italia al Nord difficilmente arriva al 3% e i margini di crescita sono a conti fatti bassissimi vista sia la fortissima presenza e radicalizzazione della Lega nelle regioni padane sia la fortissima somiglianza dei programmi dei partiti entrambi punti di riferimento del sovranismo nostrano.
Al centro il partito erede di AN va meglio, ma comunque lontanissimo dal 20% di finiana memoria.
Al Sud invece va ancora una volta male con percentuali simili al Nord Italia, con l'ENORME differenza che il Sud non è certo regno leghista, e anzi "i tentativi d'infiltrazione del carroccio" proprio a causa del malvisto (LI) referendum delle autonomie potrebbero naufragare.
A mia opinione la Meloni ha secondo me deliberatamente sacrificato il nord senza margini di crescita al fine di incrementare i voti al centro e per iniziare "una campagna del Sud". Sfruttando l'occasione anche per mettere in evidenza quello che secondo lei potrebbe essere un problema sul lungo periodo (la troppa autonomia) e per distinguersi in questo dalla Lega.
di Giacomo Gioacchini
Senza entrare nel merito né delle ragioni del referendum né delle motivazioni di pensiero politico che hanno portato la leader di Fratelli d'Italia a protendere per questa decisione, proverò a spiegare il motivo puramente politico che per me sta dietro questa posizione osteggiata da molti.
Fratelli D'Italia al Nord difficilmente arriva al 3% e i margini di crescita sono a conti fatti bassissimi vista sia la fortissima presenza e radicalizzazione della Lega nelle regioni padane sia la fortissima somiglianza dei programmi dei partiti entrambi punti di riferimento del sovranismo nostrano.
Al centro il partito erede di AN va meglio, ma comunque lontanissimo dal 20% di finiana memoria.
Al Sud invece va ancora una volta male con percentuali simili al Nord Italia, con l'ENORME differenza che il Sud non è certo regno leghista, e anzi "i tentativi d'infiltrazione del carroccio" proprio a causa del malvisto (LI) referendum delle autonomie potrebbero naufragare.
A mia opinione la Meloni ha secondo me deliberatamente sacrificato il nord senza margini di crescita al fine di incrementare i voti al centro e per iniziare "una campagna del Sud". Sfruttando l'occasione anche per mettere in evidenza quello che secondo lei potrebbe essere un problema sul lungo periodo (la troppa autonomia) e per distinguersi in questo dalla Lega.
di Giacomo Gioacchini
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