QUANDO SA-RAI PRIVATA?

Ha ragione il ministro Calenda: togliere il canone per poi sovvenzionare la RAI mediante un finanziamento diretto da parte dello Stato non cambia di molto i termini della questione. Che sia un balzello ben preciso o la fiscalità generale a irrorare le casse del carrozzone di Viale Mazzini, il quale comunque incassa ugualmente prebende statali nonostante il canone, a rimetterci son sempre i soliti: io e te che leggi, per essere chiari. Poi lo sappiamo: i motivi per i quali si è obbligati in questo caso a pagare un canone - il che già sarebbe una contraddizione in termini - sono essenzialmente due: la costante ramificazione partitocratica nell'azienda radiotelevisiva e il numero abnorme di dipendenti. E quindi? Si privatizza, come ha giustamente riconosciuto Daniele Capezzone. Pri-va-tiz-za, intesi? Anche perché una cosa deve essere chiara: svolge in maniera ben più efficace un servizio pubblico - traduco: utile alla collettività - un canale come History Channel, presente sulla piattaforma Sky, piuttosto che i vari reality che la RAI ci ha propinato in questi ultimi anni. Per tacere delle numerose repliche di Don Matteo e Montalbano per le quali, come se non fosse sufficiente la loro messa in onda sulle reti ammiraglie, hanno pensato bene di realizzare un canale dedicato dal nome fuorviante: Premium!

di Luca Proietti Scorsoni

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