Di dumping a volte si muore ma non tutti i dumping vengono per nuocere. In fondo basterebbe un incipit similare per condensare una questione che dalla vicenda Embraco, per via induttiva, si allarga su un orizzonte molto più ampio. Il tutto poi affrontato in una prospettiva liberale se non addirittura liberista. Dacché, proprio a partire da una sorta di provvida sventura manzoniana, in questo caso declinata a livello di libero(?) mercato, provo a inquadrare la situazione nella sua complessità poiché la concorrenza sleale, o asimmetrica che dir si voglia, presenta molteplici sfaccettature. Per dire: esiste quella ambientale, che nuoce direttamente alla salute, e quella di stampo sociale che molto spesso lede i diritti umani oltre che la dignità personale. Poi sussiste la questione fiscale che però dovrebbe essere collocata nei giusti termini. E se non vogliamo definirli "giusti", a scanso di superbia, almeno descriviamoli come "non consueti". E quindi, in sintesi, viene da chiedersi se davvero chi propone una tassazione, diciamo così, blanda pratica di fatto una forma scorretta di competizione. Francamente reputo strano questo strabismo analitico per cui si punta l'indice verso i paradisi fiscali (cosa per altro falsa nel caso della Slovacchia) e al contempo non vi sia qualcuno in grado di riconoscere che qui da noi il re è nudo. Qualcuno tra i politici, ovvio, poiché quelli che quotidianamente modellano plasticamente la risposta ai nostri desideri, con beni e servizi assai allettanti, ne sono ben coscienti. Di più: ne hanno una contezza quasi ontologica. Eppure gli strali vengono riversati contro coloro che sfrondano le imposte per incassare un maggiore gettito erariale in virtù di un paradosso che siamo usi chiamare buon senso. Laffer docet. D'altro canto le giustificazioni addotte per la salvaguardia italica della tortura tributaria sfiorano il patetico. Certo non possono essere le varie ramificazioni di un welfare elefantiaco e inefficiente tale da rendere il rapporto tra tasse e servizi talmente sbilanciato, dalla distorsione così smaccata e volgare da apparire come un qualcosa di pornografico. E niente, alla fine il taumaturgico si ritrova ripiegato in quella formula storicamente così veritiera tanto da ricordare una filastrocca medicamentosa: meno tasse, più crescita, più consumi, più gettito, più investimenti, meno spesa corrente, meno Stato, più politiche attrattive, più mercato, più libertà.
di Luca Proietti Scorsoni
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