Si sapeva: un mese di campagna
elettorale è poco per sviluppare contenuti profondi e di una certa qualità, ma
una tale bassezza politica non si era mai vista.
Colpa della società: leggere un
programma elettorale intero è roba da vecchietti annoiati, e forse nemmeno loro
lo fanno più. Meglio andare a guardare le ultime Instagram stories dei maggiori
candidati e decidere di votare per il più fotogenico o per quello che usa gli
smile più carini.
Colpa dei media: difficile capire
cosa propongono i partiti quando viene intervistato solo il leader principale,
che difficilmente è l’artefice del programma, a cui vengono fatte domande sugli
alleati e sui fatti di cronaca nera del bel Paese.
Colpa dei politici: pochissimi
politici di rango nazionale parlano di ciò che faranno una volta al governo o
una volta eletti. Anche loro scelgono di
sfogliare l’edizione online del loro quotidiano d’area e condividere l’ultima
notizia acchiappaclic. Guai a scrivere un post che vada oltre le 6 righe e
provare ad approfondire un tema.
Colpa della legge elettorale: le
preferenze sono l’incubo della sinistra, del PD, dei Berluscones e della Lega e
lo si è capito benissimo. Costringere il pupillo di chissà quale capobastone a
stringere mani nei mercati ed affrontare i problemi reali per vedere il proprio
nome scritto sulle schede elettorali è un atto di crudeltà nei confronti di
tanti poveri leccapiedi che devono essere premiati in qualche modo. Molto
meglio un posticino in un listino bloccato, o paracadutati in un collegio uninominale
sicuro.
Scelgano gli italiani a chi dare
la colpa, ma la tristezza rimane. La tristezza nel vedere la sinistra, l’erede
di quella sinistra italiana che fece scuola nel mondo, parlare solo del
pericolo fascista imminente e la destra additare i clandestini come unici
responsabili del declino italico. Il Partito Democratico, dopo cinque anni di
completi disastri, monta i gazebo mettendo in bella vista il “patentino anti
fascista” che manco il PCI degli anni cinquanta. Qualche povero gonzo che ci
casca c’è sempre, ma qualche sinistroso con un po’ di cervello si è chiesto
dove siano finiti il lavoro, il precariato, la disoccupazione, i diritti umani,
l’emancipazione e tutti gli altri temi cari alla sinistra. Roba superata:
meglio parlare di un pazzo che spara sui clandestini e urlare “al Duce, al
Duce”. Meloni, Salvini e Berlusca non sono da meno: in due settimane di
campagna elettorale, l’italiano medio ha capito che la destra è contro i
nigeriani che sventrano le italiane, è contro chi pesta le guardie ed è contro
il museo egizio. Non è che sia tutto da buttare via, per carità, ma fare la
campagna elettorale sui fatti di cronaca è un vero insulto a tutti gli elettori
che credono, o che hanno creduto, che prendere in mano la matitina il 4 marzo
possa effettivamente cambiare la nostra Italia.
di Lorenzo "Mutto" Stella
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