Veneziani è caduto nella trappola

Chi gravita attorno al mondo della destra, del centro destra, dei neofascisti di qualunque ceppo e sigla non può non aver sentito parlare di Marcello Veneziani. Forse l’unico nome universalmente riconosciuto come intellettuale di destra nonostante la definizione della destra e dell’uomo di destra sia uno degli argomenti più controversi anche secondo lo stesso Veneziani.
Come qualsiasi altro ragazzo appartenente alla nebulosa e fluidissima galassia dei “movimentipiùadestradeiliberali”, ho sempre reputato Veneziani una sorta di idolo, un abile paroliere in grado di dettare la via culturale di quella galassia di cui sopra. Con la speranza di leggere un punto di vista completamente differente e simile al mio elaborato pensiero ho letto l’articolo del Marcello nazionale – o nazionalista – riguardante l’anagrafe antifascista lanciata dall’ANPI e rilanciata dai partiti del centro sinistra. Con mio incredibile stupore, l’autore cadeva in quella che, a mio parere, era la trappola più scontata: l’invenzione dell’anagrafe anticomunista.
Quante volte ci siamo scagliati contro gli antifa, contro l’ideologia dell’anti, contro l’insita violenza che caratterizza l’essere contro un ideale? Lo stesso Veneziani, nell’articolo incriminato, scrive: “L’antifascismo 80 anni dopo il fascismo, è un caso patologico di psicosi indotta, è vilipendio di cadavere, è sfruttamento di morti per mantenere il potere…”. È vero che il fascismo è morto ottanta anni fa mentre il comunismo, se è ancora vivo, è un signorotto anziano tenuto in vita dalle macchine artificiali ed è quindi “Vile, tu uccidi un uomo morto”, diceva Ferrucci a Maramaldo” citando sempre lo stesso articolo.
Quante volte ci siamo detti che essere di destra, o comunque “piùadestradeiliberali”, vuol dire avere una cifra morale e stilistica ben più aulica dei quattro figli di papà che danno ossigeno al vecchio comunismo fumandosi canne chiusi in una palazzina occupata? Teniamo fede alle nostre idee, cerchiamo almeno di essere coerenti e a non porci sullo stesso livello di quelli che devono riesumare cadaveri per fare campagna elettorale.
Io non mi iscriverò mai all’anagrafe anticomunista perché possiamo dimostrare ciò che siamo senza alcun certificato, perché possiamo vincere senza riproporci antagonisti di un nemico arcaico, perché dobbiamo vincere per sconfiggere nemici ben più moderni.
Caro Veneziani, con tutta la stima possibile, concentriamoci sul contrastare il turboprogressismo che sta per distruggere la società in cui viviamo e non poniamoci sullo stesso livello dei Kompagni.

di Lorenzo "Mutto" Stella 

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