I riflettori dei mass-media sono rivolti su Trump, su Assad, su Macron e sull'Iran di Rohani, ma una importante partita in campo geopolitico viene giocata in Libia.
La Libia che dopo l'assassinio pubblico del Colonello Gheddafi sta attraversando da anni una lunga fase di instabilità, cerca disperatamente uomini forti al comando, che possano ridare un'equilibrio concreto ad un paese in un continuo stato di Guerra Civile.
Il sistema anti-governo di Tobruk ha cercato di far permeare attraverso il web la notizia della dipartita di un uomo forte come Haftar per far nascere lo smarrimento nel popolo e l'aspirazione dei possibili successori.
Il metodo democristiano della "poltrona vuota da colmare con un altro ..." è stato veicolato anche tra le istituzioni e le alte cariche dell'esercito della Cirenaica.
Importante è stato l'immediato appello del portavoce di Haftar, che ha smentito le voci, ma ha rafforzato la volontà di Haftar di tornare nella sua terra dopo un breve periodo dedicato alla cura degli acciacchi fisici.
Oggi Haftar ha annunciato l'avvenuto rientro a Bengasi, in Cirenaica, nel suo ruolo di Capo dello Stato Maggiore e di Ministro della Difesa del Governo non riconosciuto di Tobruk.
Il segnale propagandistico è stato veicolato dalla Tv libica che ha ritratto Haftar nel momento della discesa dall'aereo, visibilmente sicuro e in salute.
La Libia sta per diventare il teatro geopolitico più interessante del Mediterraneo.
Redazione
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