Il “democratico, buono e antitotalitario” Lula è stato
perfino giustificato per essersi opposto all’arresto per restare barricato
nelle Quartier Generale del Sindacato a lui vicino, magari vedendosi in “santa”
pace la partita della sua squadra del cuore, il Palmeiras.
L’ex Presidente Lula ha abbandonato poi il suo fortino e ha
deciso di costituirsi, andando in carcere.
Allo stesso tempo il Partito dei Lavoratori (PT) ha
annunciato che Lula resterà il candidato alla Presidenza della Repubblica
Presidenziale Federale del Brasile, pur se dovesse restare dietro alle sbarre.
Lula è stato sempre un Presidente discusso fino al passaggio
del testimone alla Signora Dilma Rousseff, che nel 2016 è stata messa in stato
d’accusa per aver falsificato i dati sul deficit di bilancio annuale.
A causa di queste
imputazioni gli organi parlamentari hanno messo da parte il Presidente Rousseff,
portando alla nomina di un uomo di sintesi e con forti legami massonici, il
Presidente Michel Temer.
Ora, vista la situazione complessa, il popolo sceglierà
ancora una volta Luiz da Silva, noto con il nomignolo di Lula?
Redazione
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